ORIENTEERING, CARATTERISTICHE E OPPORTUNITÀ
ORIENTEERING, CARATTERISTICHE E OPPORTUNITÀ
Il primo modulo offre una panoramica dell’orienteering nelle sue diverse forme al fine di permettere a chi legge di familiarizzare con alcuni concetti e caratteristiche elementari. Il modulo fornirà tutte le informazioni necessarie in merito a questa disciplina, alle sue origini, l’attrezzatura necessarie e le possibili applicazioni in contesti sia urbani sia naturali, nonché i fattori di cui tenere conto allo scopo di predisporre una gara. Al termine del modulo, lettrici e lettori avranno imparato a scoprire il mondo dell’orienteering.
ORIENT e lo sport per l’inclusione sociale
Lo sport ha sempre aiutato le persone a condurre uno stile di vita sano, sviluppare nuove competenze e impegnarsi all’interno della società. Il potenziale dello sport come veicolo di inclusione sociale è ampliamente riconosciuto: lo sport unisce le persone, abbatte le barriere sociali e costruisce ponti. Crea delle opportunità per costruire delle comunità più inclusive, specialmente per le persone giovani e altri gruppi svantaggiati come persone con background migratorio, con disabilità o appartenenti ad altre minoranze. L’inclusione sociale può, quindi, essere promossa attraverso lo sport incentivando comportamenti proattivi, scelte e azioni per fare sentire accolte e rispettate persone di ogni estrazione sociale e di ogni età.
Nello specifico, come sottolineato da Celestino e Pereira (2015), l’orienteering è una disciplina particolarmente flessibile e adattabile alle esigenze di gruppi eterogenei, e ciò aiuta a massimizzare il potenziale inclusivo dello sport stesso. L’orienteering sembra, ad esempio, essere adatto alle persone con mobilità ridotta ed ipovedenti (Langbein, Blasch, Chalmers; 1981) o affette da disabilità intellettive (Orienteering NZ, 2014).
Pertanto, il progetto ORIENT intende mettere assieme, grazie a tale disciplina, giovani di diverso background al fine di aiutare le persone a condurre uno stile di vita sano, sviluppare nuove competenze per l’occupabilità e impegnarsi all’interno della comunità locale. È già stata ampiamente dimostrata l’efficacia dello sport al fine di promuovere l’acquisizione di competenze, conoscenze e risorse, aumentare la coesione sociale, incentivare la creazione di strutture e meccanismi atti a favorire il dialogo, la leadership e la partecipazione. Il progetto intende, quindi, a sostenere l’inclusione sociale e la conoscenza della realtà locale in diversi paesi promuovendo la consapevolezza dell’importanza della propria azione e di un cambiamento positivo a livello locale.
Esplorando una determinata area e scoprendo i suoi siti di interesse culturale e le sue bellezze naturali proprio grazie all’orienteering, i giovani impareranno conoscere meglio il territorio e ciò potrà dare ai gruppi emarginati la possibilità di sentirsi parte della vita della comunità. Allo stesso modo, il dialogo e lo spirito di squadra fra i giovani di diversa estrazione socioculturale potranno favorire la creazione di un comune senso di appartenenza. Inoltre, l’orienteering costituisce uno strumento efficace in grado di potenziare l’acquisizione di competenze: attraverso tale disciplina le e i giovani potranno migliorare la loro capacità di muoversi all’interno di ambienti sconosciuti, sentendosi meno disorientati o impauriti dalla possibilità di affrontare situazioni nuove. Grazie all’attività di orienteering, le e i giovani potranno uscire dalla loro zona di confort e divenire più autonomi e indipendenti, poiché saranno in possesso degli strumenti necessari per andare alla ricerca e creare un posto tutto loro.
Tenuto conto di tutte queste potenzialità, ORIENT mira a sottolineare la capacità di azione e il senso di responsabilità delle e dei giovani nel corso del progetto non solo come partecipanti alle attività di orienteering, ma anche al processo di elaborazione dei contenuti relativi del loro percorso. Le e i giovani possono sempre dare un contributo inestimabile alla loro comunità e acquisire potere quando scelgono di partecipare.
Il processo, guidato da allenatrici, allenatori e esponenti delle organizzazioni della società civile, ha la forza necessaria per potenziare la loro capacità di incoraggiare la partecipazione e l’adesione a valori comuni. Quindi, il progetto mira a sensibilizzare la comunità locale, gli stakeholder e i decisori politici in merito al valore dello sport come strumento di inclusione sociale in grado di promuovere la solidarietà, la partecipazione, nonché la coesione e le politiche di inclusione su vasta scala.
AUTOVALUTAZIONE |
Che cos’è l’inclusione? |
Quali gruppi sono maggiormente esposti al rischio di esclusione sociale nel contesto in cui operi? |
In quale misura l’orienteering può facilitare il processo di inclusione sociale? |
Le regole dell’orienteering: conoscenze specifiche volte ad aiutare allenatrici ed allenatori ad organizzare delle attività di orienteering vere e proprie

Che cos’è l’orienteering?
L’orienteering è una disciplina sportiva che si basa sull’orientamento, di solito praticata nei boschi. Oggi le gare si tengono anche nei centri delle città. Si tratta, certamente, di un’attività all’aria aperta che si può svolgere da soli o in gruppo, utilizzando degli strumenti specifici. In altre parole, richiede capacità di orientamento necessarie per servirsi di una mappa e una bussola per spostarsi velocemente di punto in punto su un territorio di solito sconosciuto.

Quali sono le origini dell’orienteering?
La storia dell’orienteering comincia nel XIX secolo in Svezia, quando la disciplina faceva parte dell’addestramento militare. Dal momento che ai soldati veniva spesso chiesto di muoversi in territori sconosciuti e su ogni tipo di terreno, essi dovevano essere in grado di procedere servendosi delle informazioni fornite dalle mappe che venivano date loro. È stato forse per divertimento, o per mettere alla prova le capacità di un gruppo di ufficiali svedesi che il 28 maggio 1893 si tenne la prima gara di orienteering nel corso giochi annuali del presidio di Stoccolma. Da quel momento in poi, il termine orienteering designò l’attraversamento di un territorio sconosciuto con l’aiuto di una mappa e di una bussola. La disciplina cominciò pian piano ad acquisire sempre più popolarità e, nel 1897 venne organizzata la prima gara per la popolazione civile. Ma fu solo negli anni Trenta del secolo scorso che lo sport cominciò ad essere ampiamente praticato, grazie all’invenzione di bussole affidabili ed economiche. Al fine di consentire a ogni persona di prendere parte alle competizioni nelle medesime condizioni ed abbattendo tutte le barriere linguistiche, nel 1961 nacque la Federazione Internazionale di Orientamento (International Orienteering Federation – IOF) che detta le regole e ha scelto il linguaggio universale delle mappe (Wikipedia, 2021a).

Le basi dell’orienteering
Come ogni disciplina sportiva, l’orienteering si basa su alcune regole, azioni e obiettivi essenziali. I seguenti cinque concetti sono alla base della disciplina:
- Individua la tua posizione sulla mappa e conosci il percorso
- Orienta la mappa
- Scegli e programma il tuo percorso
- Procedi dal punto A al punto B
- Trova il punto di controllo
Quante tipologie di orienteering esistono?
Oggi esistono diversi tipi di orienteering:
Foot orienteering (FootO)
È la forma classica di orienteering, che prevede il completamento di un percorso a pieni in ambiente naturale.
Mountain bike orienteering (MTBO)
O mountain bike di orientamento è una disciplina che combina orientamento e percorsi in mountain bike e si basa sulla scelta del percorso.
Ski orienteering (SkiO)
Si tratta di un tipo di orienteering praticato soprattutto nelle regioni montane. Chi si dedica a questa disciplina combina lo sci alle attività di orientamento.
Trail orienteering (TrailO)
O orienteering di precisione, coinvolge una lettura previsa della mappa e del terreno. Chi pratica questa disciplina deve individuare le trappole e i punti di controllo sulla mappa. Di solito si svolge su sentieri ed è accessibile anche a persone con disabilità (IOF,2021 b).
Prova una simulazione di trail orienteering http://www.trailo.it/Presentazione.asp
Quali sono gli strumenti necessari?
Per praticare questo sport occorrono cinque strumenti fondamentali:
Mappa topografica
Le mappe di orienteering sono mute, dal momento che non contengono parole, ma sono caratterizzate dal ricorso a simboli e sono molto dettagliate. Ogni mappa, infatti, deve contenere le seguenti informazioni:
- la forma della superficie del terreno;
- una legenda con indicato il significato dei diversi simboli;
- il punto di partenza, di solito rappresentato con un triangolo,
- i punti di controllo contrassegnati da un cerchio e un numero;
- il punto di arrivo contrassegnato da due cerchi concentrici.
La mappa è sempre disegnata in scala e le griglie sono in linea con il nord magnetico che è sempre posto in alto sulla mappa. Tutte le mappe si basano su una serie di simboli concordati a livello internazionale, scelti in maniera logica e facili da memorizzare, affinché possano essere letti da ogni concorrente a prescindere dalle origini e dalle lingue parlate. Di solito, il punto di inizio e di arrivo non coincidono, ma può capitare che sia così.
Una mappa del centro di Palermo per le attività di orienteering
Sono sette i colori utilizzati nelle mappe di orienteering:
- Il rosso indica i percorsi o le aree pericolose o private;
- Il bianco indica i boschi;
- Il verde sta per le distese boscose all’interno delle quali non si può transitare;
- Il blu sta per tutte le fonti di acqua: laghi, fiumi, mari, fontane, ecc.;
- Il giallo è utilizzato per le radure e le pianure;
- Il marrone sta ad indicare la conformazione del terreno, i sentieri e le strade;
- Il nero indica le formazioni rocciose e le costruzioni umane.
(Andersson, 2020)
Una bussola
Per spostarsi da un punto all’altro occorre dotarsi di una bussola. Nell’orienteering vengono utilizzate due tipi di bussola: bussole per pollice, più piccole e diffuse in ambito professionistico, e bussole con piastra di base.
Bussola per pollice e bussola con piastra di base (Wikimedia commons, 2016)
Il modo più semplice per servirsi di bussola e mappa insieme è quello di orientare la mappa a nord. Per fare ciò basta allineare i meridiani tracciati sulla mappa con il nord indicato dalla bussola. In questo modo tutto ciò che è rappresentato sulla mappa rispecchierà perfettamente la situazione sul terreno.
Non è così semplice servirsi della bussola, soprattutto perché oggi tale competenza non è più richiesta: i telefoni cellulari dotati di GPS possono facilmente venirci in aiuto. Di conseguenza, bisognerebbe trovare un modo nuovo per cercare la via giusta. Chi gareggia in contesti urbani, ad esempio, può scegliere il percorso, servendosi di una mappa chiedendo informazioni alle persone. In questo modo, non solo sarà possibile per individuare il punto di controllo e scegliere il percorso più adatto per raggiungerlo, ma anche entrare in contatto con le persone che possono condividere delle informazioni sul punto di interesse ricercato dalle e dai concorrenti.
Punti di controllo
Di solito sono contrassegnati da lanterne costituite da una bandiera triangolare di colore bianco e arancione. Sul posto si trova anche una punzonatrice, utilizzata per obliterare il testimone. Le punzonatrici disseminate lungo il percorso creano fori di diverse forme sulla carta.
In alternativa, è possibile utilizzare dei punti di controllo contrassegnati da codici QR per consentire a chi gareggia di limitarsi a scansionare col cellulare il codice. Per adottare questa procedura occorre stampare il codice su carte laminate, dotare ogni concorrente di un cellulare con app abilitata e la possibilità di connettersi a Internet durante la gara.

Il testimone
È necessario punzonare il testimone ad ogni punto di controllo. La descrizione fornisce informazioni complete in merito. I testimoni utilizzati nelle gare in contesti naturali differiscono da quelli per le aree urbane. Infatti, nel primo caso, sono contrassegnati da numeri, mentre nel secondo vi sono riportate delle immagini per aiutare le e i concorrenti a trovare quello che stanno cercando.
Ogni orientista deve servirsi della punzonatrice posta a fianco di ogni punto di controllo per contrassegnare le varie caselle del testimone. È necessario punzonare tutti i punti seguendo l’ordine riportato sulla mappa (Iredell County, 2015).

Come funziona la gara?
Per garantire equità, la mappa viene fornita solo all’inizio della gara, e si parte a distanza di un minuto dal concorrente precedente. I percorsi sono differenti a seconda delle categorie, di solito i principianti seguono quello più semplice. Chi ha già preso parte ad altre gare viene inserito in gruppi suddivisi per genere ed età. Viene registrata sia l’ora di partenza che quella di arrivo. Dal punto di partenza, ogni orientista deve raggiungere la prima lanterna, e procedere con ordine. I punti di controllo sono contrassegnati da bandiere arancioni e bianche dette lanterne. A ogni punto di controllo è associato un numero e una punzonatrice analogica o digitale che consente di attestare il raggiungimento della tappa. Ogni punzonatrice ricrea sul testimone un motivo diverso, in modo che sia più semplice verificare il corretto svolgimento della gara. Ogni concorrente può scegliere liberamente il percorso da seguire, ciò che conta è punzonare il testimone nel modo giusto e nel più breve tempo possibile.
Al termine della gara, una volta esaminati i testimoni, si procede con l’assegnazione dei premi alle vincitrici e ai vincitori delle varie categorie. Per rendere lo sport più adatto alle finalità sociali, è preferibile optare per gare non competitive, introducendo degli elementi collaborativi quali la possibilità che le e i concorrenti che arrivano per primi diano dei suggerimenti o lascino degli indizi a chi segue. In alternativa, è possibile creare delle squadre e affidare a ogni componente il raggiungimento di diversi punti di controllo. Così facendo, al termine della gara, ogni squadra dovrà avere un numero di testimoni pari al numero dei suoi componenti. In questo modo ogni concorrente si sentirà responsabile e parte di un collettivo che condivide la medesima esperienza e gli stessi valori.
Swiss-O-Week 2014
Occorrono tempo e risorse, sia umane che materiali, per organizzare una gara di orienteering e garantire la sicurezza nel corso del suo svolgimento. Sono numerose le figure lavorano sia prima che nel corso dell’evento: dalla direttrice o dal direttore la gara che individua i punti di controllo in luoghi che sa non essere pericolosi e, allo stesso tempo, ritiene interessanti dal punto di vista naturalistico, storico o geografico, a chi tiene i tempi, dai giudici di gara al personale medico.
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Orienteering in contesti urbani e in ambienti naturali
Come detto in precedenza, le gare di orienteering possono tenersi sia nei boschi o in altri ambienti naturali, sia in contesti urbani. La prima è la formula più comune che combina sfide fisiche e cognitive. Consente di imparare a muoversi su territori rurali con pochi manufatti umani e insegna ad osservare il paesaggio naturale e ottenere informazioni in merito alla direzione da prendere o alla strada da percorrere. Inoltre, questa modalità è utile anche per acquisire familiarità con i dispositivi analogici: GPS e telefoni non sempre sono affidabili e necessitano di una connessione a Internet per poter funzionare. Tuttavia, l’ambiente naturale può essere pericoloso. Gli animali, la fitta vegetazione e il terreno irregolare possono mettere a dura prova le persone meno esperte. Inoltre, in un ambiente naturale è difficile trovare uno strumento alternativo alla bussola, che rimane il principale, e forse unico, strumento per orientarsi in luoghi in cui mancano punti di riferimento specifici. Per questa ragione, il senso di smaltimento e di frustrazione è piuttosto diffuso per chi è alla prima esperienza.
Il seguente video mostra un esempio di gara di orienteering in ambiente naturale:
Le gare di orienteering in un contesto urbano, invece, danno alle e ai partecipanti la possibilità di sviluppare determinate competenze che possono mettere in pratica ogni giorno, divertendosi e creando dei rapporti significativi con altre persone, siano esse compagne e compagni di squadra o persone estranee alle quali chiedere indicazioni. Inoltre, prendere parte a una gara cittadina significa instaurare un legame speciale con chi partecipa e con alcuni dei luoghi più importanti della città. La gara diventa un modo per imparare a conoscere dei siti che costituiscono dei punti di riferimento per chi vive in un determinato quartiere. Organizzare queste competizioni all’interno di un contesto urbano significa consentire a tutte e tutti di partecipare, anche le persone con mobilità ridotta, il cui coinvolgimento in attività svolte in un ambiente naturale sarebbe parziale se non del tutto escluso.
Ad ogni modo, anche i contesti urbani presentano delle criticità. Dal momento che l’area riservata alla gara è di solito piuttosto estesa e ricca di stimoli, è facile lasciarsi distrarre. Inoltre, organizzare una gara in centro città può essere difficoltoso e molto più difficile rispetto a quelle nei boschi. Infatti, occorre chiedere dei permessi e delle autorizzazioni al fine di chiudere l’area al traffico e mettere in sicurezza il perimetro della gara.
Il seguente video mostra una tipica gara di orienteering in un’area urbana:
Tenuto conto di questi elementi, la decisione di organizzare una gara di orienteering in città può essere più adatta a determinati target, come giovani di diversa estrazione sociale e con diverse abilità dal momento che così facendo possono prendere parte a una gara sicura e stimolante e scoprire ciò che di meglio la città ha da offrire.
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Quali sono i vantaggi e i rischi legati all’organizzazione di attività di orienteering in città?
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Quali sono i vantaggi e i rischi legati all’organizzazione di attività di orienteering ? |
Secondo te qual è il posto più adatto per svolgere una gara di orienteering rivolta a giovani nel contesto in cui operi? |
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Come organizzare una gara di orienteering
Ogni gara ha le sue caratteristiche, dal momento che luoghi e gruppi coinvolti cambiano e richiedono dei regolamenti specifici. Tuttavia, vi sono alcune attività comuni per ogni tipo di competizione. Di seguito riportiamo alcune linee guida utili a chi intenda mettere su un evento di orienteering.
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1. Trovare un luogo adatto
Bisogna scegliere un luogo rilevante dal punto di vista storico, naturalistico o artistico. In città, ad esempio, suggeriamo di scegliere i centri storici, che di solito costituiscono il cuore del tessuto urbano, caratterizzati dalla presenza di chiese, moschee, monumenti, musei ed attività commerciali rilevanti perché si tratta di negozi storici oppure perché rappresentano un esempio di inclusione e co-working. È necessario condurre uno studio dell’area in cui desideriamo svolgere la gara allo scopo di individuarne peculiarità e potenziali punti critici. In ambienti naturali, ad esempio, bisogna fare caso agli alberi monumentali presenti nel bosco, alberi che hanno una forma diversa dagli altri, crocevia, fontane, canali, tralicci, rovine e casolari.
2. Creare dei percorsi
I percorsi saranno diversi per estensione e grado di difficoltà affinché siano adatti alle diverse categorie di partecipanti (bambine e bambini, adolescenti, uomini, donne) a cui si rivolge la gara. I percorsi devono prevedere dei punti di controllo ravvicinati contrassegnati da segnali chiari.
3. Creare le mappe
I percorsi devono essere trasposti su mappa, sulla quale andranno indicati col giusto colore i punti di controllo, le proprietà private e i luoghi a rischio. Quando non è possibile escludere rischi significativi dal campo di gara, occorre nominare un giudice che osservi la zona in questione in modo da evitare incidenti. Se la gara è lunga, è necessario indicare i punti in cui dovrà stazionare il personale medico (la cui presenza è obbligatoria). Se si tratta di un percorso breve, invece, basterà avere delle ambulanze in prossimità del punto di partenza e di arrivo.
4. Definire il punto di partenza
Il punto di partenza deve essere posto in un luogo accessibile e spazioso, affinché i giudici di gara possano gestire facilmente le e i partecipanti e scaglionare le partenze.
5. Individuare i punti di controllo
Ogni punto di controllo deve essere contrassegnato da una punzonatrice, manuale o elettronica, in grado di imprimere un motivo diverso affinché il testimone possa essere obliterato in maniera univoca. I motivi possono essere i più diversi, da una serie di punti e linee ad altri simboli.
6. Organizzare le e i partecipanti
Dopo aver inviato gli inviti, occorrerà identificare le e i partecipanti e suddividerli in categorie in base alla loro decisione di competere in gare singole o a squadre.
7. Dare inizio alla gara
Il giorno della gara, ogni concorrente riceverà il suo testimone e potrà cominciare la sua corsa una volta ricevuta l’autorizzazione da parte dei giudici.
Per ulteriori suggerimenti e consigli, nonché i moduli necessari per organizzare un evento di orienteering, suggeriamo di visitare il sito dell’International Orienteering Federation: https://orienteering.sport/mtbo/internal/event-organising/plan-and-organise-an-iof-event/
Hai tutto pronto per organizzare la tua gara di orienteering? Mettiti alla prova!
Attività | Responsabile | Entro il | Fatto | Note |
Ispezione del luogo dell’evento e verifica dell’adeguatezza dell’area | ||||
Permessi per l’organizzazione di un evento pubblico | ||||
Individuazione dei possibili rischi per la sicurezza e bozza del piano di valutazione dei rischi | ||||
Scelta del percorso e individuazione dei punti di controllo | ||||
Tracciamento della mappa di orienteering | ||||
Preparazione dei materiali per l’evento | ||||
Posizionamento delle lanterne e gara di prova |
Moduli
1
ORIENTEERING,
CARATTERISTICHE E OPPORTUNITÀ
2
CREARE AMBIENTI
INCLUSIVI
3
CREARE DELLE MAPPE PER PROMUOVERE
L’INCLUSIONE, DAL LUOGO ALL’AZIONE